Papua nuova guinea, pittura vivente

Attraverso, affascinata, un caleidoscopio di colori, suoni e odori. Gli occhi si spostano velocemente da una parte all’altra per paura di perdere immagini originali e irripetibili, ma in realtà è un timore infondato, perché “Loro” non hanno alcuna intenzione di andarsene. Anzi, gli uomini, fieri nei loro costumi colorati e con le loro decorazioni corporali, si muovono sinuosamente, facendo ondeggiare le lunghe gonne vegetali e alzando verso il cielo le loro lunghe lance, mentre le donne, imponenti, con le loro enormi impalcature di piume e l’elaborate collane di conchiglie, suonano i tamburi al ritmo dei loro canti.

L’emozione è tanta, ma anche l’ammirazione, perché mi rendo conto che queste persone hanno in sé la qualità innata e il gusto della decorazione. Il corpo come arte, come strumento di comunicazione; l’abbigliamento non utilizzato per coprire, ma per far scoprire e svelare qualcosa di sé. Gli ornamenti e gli accessori prodotti e inventati da queste popolazioni, rivelano una tendenza a mescolare, reinventare tutto ciò che la natura e l’uomo mettono a disposizione. Strumento al servizio della sfera sociale e sacra, il corpo rappresenta materia plasmabile che è possibile esaltare, trasformare in una nuova creatura ricoperta di ornamenti: parure di piume colorate, pettorine di pellicce, collane di conchiglie e semi, gonnellini di foglie colorate o di fibre vegetali, ossa di uccelli o di maiali a ornare il naso o il collo, borse colorate a coprire il petto o la schiena … però, sono soprattutto le pitture corporee a provocare la maggiore attrattiva agli occhi di noi occidentali.

Pochi altri popoli nel mondo hanno elevato l’ornamento corporeo al livello di ricercatezza e creatività, raggiunto dalle molte tribù della Papua Nuova Guinea. è come se ogni etnia avesse testato tutte le possibili “ricette decorative” e utilizzato tutti gli elementi disponibili: piume colorate di pappagallo, interi uccelli del paradiso completi di piume, testa, ali e coda, pellicce di opossum, foglie colorate, granaglie multiformi, ossa di casuario o di bucero, denti di cane, verdi scarabei luminescenti, conchiglie madreperlacee per citare solo alcuni degli elementi decorativi usati dalle popolazioni della Papua Nuova Guinea, insieme all’introduzione di oggetti ‘moderni’, come le foto polaroid o i cinturini di acciaio degli orologi. A questa già variegata tavolozza si aggiungono le combinazioni di colorate pitture corporee rosse, gialle, bianche, nere e verdi di linee dritte, spiralate, curve, puntinate che confermano la predisposizione dell’uomo papuano a trasformarsi in un quadro vivente. Come già rilevato in precedenza, l’ornamento della pelle non risponde solo a una necessità di natura estetica, ma comunica la posizione sociale, il rango, la classe d’età e accompagna le cerimonie e le pratiche religiose collegate al culto degli antenati. A ogni occasione corrisponde uno specifico ornamento del corpo e la corrispondente decorazione del viso. Tuttavia, sarebbe un errore non prendere in considerazione l’aspetto puramente teatrale ed estetico di queste invenzioni pittoriche.

Ad esempio, in occasioni degli scambi cerimoniali tra le diverse tribù, i membri di ogni etnia gareggiano tra loro, non solo sulla quantità e qualità dei beni scambiati, ma anche per la supremazia decorativa. Nell’ornamento, non è trascurata la capigliatura che in alcuni casi, come quello degli Huli degli altopiani, è impreziosita da un copricapo fatto di capelli umani simile per la forma ad un tricorno di foggia vagamente napoleonica. Questi strani ‘cappelli’ sono simboli di prestigio e gloria e, comunicando il passaggio a una fase adulta, diventano oggetti di seduzione. Impossibile spiegare a parole, quanto si può ammirare assistendo al Sing Sing di Mount Hagen, perché “La Realtà supera la Fantasia”.

PAP UA NUOVA GUINEA dove la realtà supera la fantasia (Kel 12)

Partenza 9 agosto 2014

1° e 2° giorno – partenza dall’Italia per Port Moresby, via Singapore; arrivo la mattina del 3° giorno.

3° giorno – nel pomeriggio volo da Port Moresby a Wewak.

4° giorno – attraverso vari villaggi si arriva alla missione di Pagwi nel Medio Sepik e con le canoe a motore si scende lungo il fiume fino al luogo dove è previsto il pernottamento.

5° e 6° giorno – trasferimento in canoa a motore al villaggio di Avatip (Upper Sepik) dove trascorreremo due notti e che sarà la nostra base per assistere al Festival del Coccodrillo ad Ambunti.

7° giorno – volo charter per Mount Hagen.

8° giorno – escursione scenica attraverso la valle di Nebilyer verso il villaggio di Paiya per assistere alla festa che precede il grande show di Mount Hagen del giorno successivo.

9° giorno – Mount Hagen Show.

10° giorno – volo charter per Simbai, casa della tribù Kalam, una delle popolazioni meno sviluppate della Papua Nuova Guinea.

11° e 12° giorno – escursione a piedi al remoto villaggio di Dopla (4/5 ore) e pernottamento in semplice capanna; ritorno a Simbai il giorno seguente.

13° giorno – volo charter per Mount Hagen e coincidenza con volo Air Niugini per Port Moresby.

14° giorno – visita della capitale e partenza in traghetto per Loloata Island.

15° giorno – escursioni al villaggio di Tubusereia e alla Lion Island.

16° giorno – ritorno a Port Moresby e volo per Singapore; proseguimento via Francoforte.

17° giorno – arrivo in Italia

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