Archeologia di Palenque

Palenque è un sito archeologico maya in Chiapas.
È un sito più piccolo rispetto a Tikal e Copán, ma è forse il sito più pregevole: contiene infatti alcune delle più belle opere di architettura e scultura che i Maya abbiano mai prodotto.


Si stima che l’area archeologica copra solo il 10% della superficie totale che la città aveva nel momento di massimo splendore. Molte strutture sono ancora coperte dalla foresta. Nel 1987 l’Unesco ha dichiarato Palenque Patrimonio dell’Umanità.
Il primo europeo a visitare Palenque fu il frate domenicano Pedro Lorenzo de la Nada nel 1567. Al tempo, la popolazione che viveva nella zona, chiamava le rovine con il nome di Otolum, che significa “terra con forti case”. Il religioso spagnolo tradusse questo nome in Palenque, che significa “fortezza“.

Il tempio delle Iscrizioni risale al 675 circa è il monumento funebre del re Pacal, una delle tombe più notevoli del centroamerica e ospita il secondo geroglifico per lunghezza del mondo Maya, secondo solo a quello di Copan. Il tempio è costituito da una piramide a gradoni, sovrastata da un edificio più piccolo, il tempio vero e proprio, costruito con pietre che pesano fino a 15 tonnellate. Sotto il tempio si accede, attraverso un passaggio segreto, alla tomba di Pacal, dove sono stati ritrovati un enorme sarcofago riccamente decorato e ricchi ornamenti.
Il gruppo delle croci è un insieme di 4 costruiti su una piramide a gradini, ognuno dei quali presenta importanti bassorilievi. Le croci a cui fa riferimento il nome non sono altro che una rappresentazione dell’albero della creazione che, secondo la mitologia maya, si trova al centro del mondo.

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