L’antica Birmania – oggi il moderno Myanmar – esercita un fascino indescrivibile su ogni visitatore. Qui, infatti, è tutto si presenta come una vera meraviglia per gli occhi: dai 98 metri di altezza della pagoda dorata di Shwedagon Paya alla caotica Rangoon, dai 4000 sacri stupa sparsi nelle pianure di Bagan, fino alla roccia dorata della pagoda di Kyaiktiyo, in bilico sul bordo di un baratro. La Birmania è un luogo del cuore, dove la bellezza viene al primo posto.
Il Myanmar è un paese buddista e ogni suo angolo comunica devozione e religiosità . In una nazione che comprende ben cento diverse etnie, si ha la certezza di avere a che fare con un paese dai mille volti, spesso difficile da comprendere. In realtà , la Birmania – nonostante tutti i recenti cambiamenti epocali, che lo hanno portato ad aprirsi verso il resto del mondo – è ancora una nazione rurale saldamente ancorata ai propri valori tradizionali. Un Paese dove la vita scorre tranquillamente e dove le persone vivono in apparente armonia.
Passeggiando per le strade, si vedono uomini che indossano il tipico longyi (una sorta di veste-gonna decorata) e la maggior parte della popolazione cittadina è solita truccarsi con il thanakha rituale (un leggero trucco bianco sulla fronte e sulle guance), inoltre tutti quanti masticano il betel dal caratteristico colore rosso. Il più diffuso mezzo di locomozione è ancora il carro, ma non mancano moto e mezzi occidentali. L’antica consuetudine coloniale fa del tè ancora un rituale praticato ogni giorno, ma la moderna osservanza alle tecnologie, fa si che tablet e smartphone siano davvero popolari e diffusissimi.
Il visitatore che arriva da queste parte deve necessariamente rallentare il proprio passo, guardarsi in giro, ascoltare e sintonizzarsi con il ritmo di vita del popolo birmano, assaporare i suoi cibi gustosi e speziati, comprendere la sua profonda religiosità . Soltanto così, potrà scoprire il vero cuore del Paese, fatto di ritmi lenti e di gioie improvvise. E, proprio in termini di felicità , la cucina birmana non è seconda a nessuna, per fantasia e sapori…
Nel 2015, il Myanmar ha votato per il suo primo governo democraticamente eletto in oltre mezzo secolo di storia moderna. In poco tempo le cose sono cambiate e la Birmania ha iniziato, piuttosto rapidamente, la sua corsa verso la modernità . In maniera soprendente le nuove tecnologie sono diventate popolari nelle grandi città e la qualità della vita ha conosciuto un miglioramento davvero incredibile. Il fascino dell’antichità è ancora vivo e ben presente, così come la natura è selvaggia e rigogliosa.
Il confine naturale fra la Birmania e il Laos è il grande e leggendario fiume Mekong, che dispensa sostentamento e una comoda via navigabile a buona parte delle nazioni dalle quali passa. Con i suoi 4.900 chilometri è infatti il settimo fiume dell’Asia e il dodicesimo al mondo. Il Mekong nasce in Tibet, attraversa la regione cinese dello Yunnan e la Thailandia, entra in Laos e Cambogia e conclude il suo percorso verso il mare nel sud del Vietnam. Rappresenta inoltre il confine naturale tra Birmania e Laos.
Parlando di natura il Mekong non ha davvero rivali. Ospita la seconda più grande biodiversità acquatica al mondo dopo il Rio delle Amazzoni. Il delta, infatti, ospita circa 10.000 specie di animali e dal 1997 a oggi i biologi hanno scoperto nell’area del Mekong ben 1.500 nuove specie.
Nell’insieme, il Mekong è inoltre il più grande habitat della tigre sul pianeta, con una superficie complessiva pari a quella della Francia. Negli ultimi anni, con l’importante crescita economica registrata dai paesi della regione, il Mekong ha registrato una crescita del tasso di inquinamento, con conseguenti minacce per il suo ecosistema.