Il Cielo e la Terra, normalmente, s’incontrano all’orizzonte. Lì, i due elementi sfumano tra loro, si sciolgono nella foschia. Ma, noi sappiamo che esistono due entità diverse che solo la lontananza o la miopia mescolano, confondono.
Nel Cielo sta tutto ciò che passioni, paure, speranze dell’uomo hanno escogitato per lodare e maledire un dio, ingraziarsi un elemento della natura, inventarsi l’esistenza dell’aldilà.
In Terra si trova quello che le mani, l’arte dell’uomo antico hanno prodotto per la megalomania dei potenti, le devozioni dei fedeli, le necessità di gratificare chi si immagini stia in cielo a scagliare fulmini o mandare vivifica pioggia. Come possono, Cielo e Terra, in questa accezione starsene distanti l’uno dall’altro ed incontrarsi giusto all’orizzonte solo perché in lontananza le cose paiono fondersi? Cielo e Terra acquistano forza d’attrarre se abbandoniamo, per il tempo di un viaggio in Vietnam e Cambogia, il modo con cui normalmente li osserviamo.
Ecco, noi proponiamo un’esperienza in cui invitiamo a non cercare linee nette di separazione tra Cielo e Terra. Sollecitiamo ad essere un po’ “miopi” per non individuare questo limite in ciò che vedremo, udremo, toccheremo, annuseremo. E non stupitevi se le macchine fotografiche vedono tale separatezza. Loro possono registrare solo ciò che colpisce la sensibilità dell’obiettivo. Le macchine semplicemente inquadrano ciò che hanno davanti. La nostra “sensibilità”, per fortuna, non si valuta col numero di puntini compresi in un certo spazio per fornirci il massimo di nitidezza. Vale di più, è più duttile, non è finalizzata a riprodurre il più esattamente possibile immagini. I nostri occhi possono vedere ciò che ragione, emozioni e “miopia creativa” suggeriscono. Non importa, perciò, se andando dal nord del Vietnam all’estremo sud cambogiano anche a noi parrà d’individuare limiti netti tra Cielo e tutto ciò che sta più in basso. Se vorremo veramente entrare sotto quel Cielo e conoscere un poco di quei luoghi, dovremo essere capaci d’abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a che non si confondano. Così, in questo viaggio “Tra Cielo e Terra”, dovremo guardare tutto ciò che osserveremo e toccheremo, la materialità delle pietre di Angkor e l’impalpabilità della nebbia che mostra con parsimonia i dentoni rocciosi della Baia di Halong, e persino le gratificanti atmosfere dei bianchi muri del “Raffles Hotel” di Phnom Penh, con meno “rilassatezza”. Sarà necessario, per non percepire solo ciò che la macchina fotografica banalmente registra, uno sforzo per rivestire con un alone immateriale e sacrale molto di quanto scorgeremo, tasteremo, sentiremo.
In ciò saremo aiutati anche dal privilegio che ci siamo offerti di viaggiare pure per “Vie d’Acqua” con sei barche tutte per noi. Scorrere sull’acqua, aiuta ad andare oltre la separatezza tra cose celesti e corposità terrene. Facilita entrare in atmosfere del passato, dove ancora oggi l’assenza di “adeguate” scienza e tecnologia rende l’uomo dipendente dalla natura e gli fa identificare l’acqua, la terra, il riso, con un dio.
In Vietnam e Cambogia vorremmo ricostruire quella “confusione antica” tra terreno e ultraterreno. Le pesanti pietre di Angkor saranno così liberate dalla forza di gravità che le tiene fisse a terra l’una all’altra, per suggerirci più di quello che le sagome dei templi già mostrano a tutti.
In quei macigni scarnificati da sapienti mani che ne hanno fatto emergere forme di non transitoria bellezza, vedremo così non solo il risultato di valenti artigianalità, ma un contributo alla glorificazione di ciò che le credenze hanno sempre immaginato risiedesse in Cielo. In tal modo potremo svincolare quei cumuli d’arte dalla pur attraente fisicità terrena per innalzarla allo stato di piacevole turbamento. Ma la Terra e le pietre non sono le sole ad aver subìto questa metamorfosi, elevandosi da pura materia ad emozione.
Anche il Cielo, dove risiedono stabilmente gli dei, cambia. Subisce il “materialismo” degli eventi umani da cui è glorificato con preghiere e incensi. Gli si offrono doni e dimore in cui soggiornare durante le visite ai mortali. E Lui, onnipotente ma narciso, si lascia convincere. Abbandona la casa celeste ed accetta un temporaneo trasloco. Nasce in questo modo il tempio, a volte modesto, spesso pretenzioso e maestoso tanto quanto si abbia la necessità di ingraziarsi il dio di turno. Così il Cielo, per definizione etereo e senza peso, puro spirito, si veste di pietra e acquista una corposità che lo fa discendere in Terra. Nello stesso tempo quelle che erano pure pietre senza forma e anima, sottoposte allo scalpellìo dell’uomo credente, perdono parte della loro esistenza terrena per elevarsi un po’ e mescolarsi con lo spirito degli dei venuti a ricevere l’omaggio della pietra che si fa tempio. In Vietnam e Cambogia, il coinvolgimento emotivo di chi sia dotato di “miopia creativa”, è tale da abbassare il Cielo ed elevare la Terra sino a farli confondere.
E così l’Angkor Wat, il tempio più esteso al mondo, riesce a spogliarsi della sua imponenza che lo àncora alle leggi della gravità. Perché qui aria e pietra, fervore religioso e corposa raffinatezza della materia si compenetrano tanto da divenire indistinti.
E’ sempre la stessa Storia. Qui, come in ogni luogo dove l’opera umana sia finalizzata alla glorificazione di una deità o inventarne una nuova, il Cielo e la Terra ripropongono sempre l’eterno rapporto tra religione e arte che da vita a quelle forme in cui spirito e materia, insieme, trovano casa.
Un viaggio in VIETNAM e CAMBOGIA (Kel 12)
TRA CIELO E TERRA, PER VIE D’ACQUA
1° giorno – Voli Singapore Airlines da Milano per Hanoi.
2° giorno – Arrivo in mattinata, subito in hotel per relax prima di iniziare le visite.
3° giorno – Completamento conoscenza di Hanoi.
4° giorno – Baia di Halong, barca privata per un giorno e una notte.
5° giorno – Volo per Huè.
6° giorno – Visite e barca privata sul “Fiume dei Profumi”, trasferimento a Hoi An.
7° giorno – Sito di My Son, visite di Hoi An e barca privata sul Thu Bon River.
8° giorno – Volo per Saigon.
9° giorno – Barca privata per un giorno e una notte nel Delta del Mekong.
10° giorno – Navigazione nel Delta e arrivo a Chau Doc.
11° giorno – Barca privata per Phonm Penh.
12° giorno – Mattinata libera e trasferimento a Battambang.
13°giorno – Barca privata per Angkor (per entrare nell’intimità cambogiana).
14° giorno – Visita di Preah Vihear a 250 km da Angkor, unico altro sito UNESCO.
15° giorno – Angkor: Kbal Spean, Banteay Samre, Banteay Srey.
16° giorno – Angkor: Ta Phrom, Bayon, Angkor Wat.
17° giorno – Angkor: giornata libera per approfondimenti individuali, volo in serata.
18° giorno – Arrivo a Milano.