Uno dei lati che considero più seducenti di questa città è senza dubbio il suo essere immediatamente accogliente: tutti, anche se non ci sono mai stati, pensano subito di conoscerla già, e tutti, una volta arrivati, si sentono come a casa perchè riescono a orientarsi in poche ore grazie a una planimetria che dire perfetta è dire poco, anche se downtown credetemi è davvero un’altra cosa. Per questo andare alla scoperta di certi angoli è una gioia tutta personale, e penso che le dritte possano servire solo se non ti tolgono quella sensazione e piacere della sorpresa.
Manhattan ricorda l’11 settembre
“… dopo l’11 settembre è cambiato un pò tutto. A parte l’orrore per le vittime,si è celebrata la morte di una certa illusione legata a questa città. Ciò che ne è scaturito è un giornale che ha sempre più voglia di reportage investigativi, non solo in America, un giornale che vuole capire, che non fa sconti a nessuno….”
David Remnick, direttore “The New Yorker”
Detto ciò, ogni volta che atterro al JFK, prendo un taxi, passo sul Queensboro Bridge, dove la vista dello skyline è “senza parole, mi sento subito eccitato, di ottimo umore, e capisco perchè Simon & Garfunkel hanno scritto “Feelin’ Groovy”. Osservare i grattacieli che subito mi si piazzano davanti, il palazzo dell’Onu, le residenze signorili di Sutton Place, il Chrysler, l’Empire State Building e intravedere altri ponti e altri palazzi in fondo alla punta dell’isola è assolutamente adrenalinico.
vista dal Queensboro Bridge
E poi che dire del Central Park, questo placido rettangolo verde incastonato tra le folli strade della city che rappresenta il vero polmone di Manhattan. L’idea di creare una riserva naturale nel centro di New York fu espressa per la prima nel 1844 dal poeta e giornalista William Cullent Bryant, ma ci vollero molti anni per convincere le autorità a non cedere alle richieste dei costruttori edilizi. Infine, è stato organizzato un concorso per individuare il miglior progetto per il parco ed i vincitori, il designer di paesaggi Frederick Law Olmsted e l’architetto Calvert Vaux, poterono così dare il via alla sua costruzione nel 1860.Impiegarono 16 anni li per realizzare il loro sogno di creare un maestoso parco nel centro di quella che era già una delle più grandi città del mondo. Il loro successo nel trasformare uno spazio pressochè selvaggio in una piacevole area rurale con tanto di boschi, laghi e prati, è stato ampiamente apprezzato e furono anche incaricati di pianificare parchi in altre parti degli Stati Uniti, tra cui Capitol Hill a Washington.
Il colpo di genio nel progetto elaborato da Olmsted e Vaux è stata la creazione di strade trasversali che passavano sotto un meandro di sentieri, permettendo al traffico di attraversare il parco senza disturbare la pace dei visitatori.
L’attuale pianta di Central Park è più o meno quella che i suoi progettisti idearono.
Central Park
New York città internazionale e di cultura? Certamente…. allora non potete proprio perdervi due musei, due “must” su tutti che rappresentano senza ombra di dubbio l’esempio dell’avanguardia della cultura. Il primo è il Moma, il secondo il Guggenheim.
Il Moma si trova sulla 53° strada, tra la Quinta e la Sesta Avenue. Ha avuto una straordinaria importanza per lo sviluppo dell’arte moderna ed è stato spesso e volentieri considerato il principale museo d’arte moderna del mondo. Rinnovato nel 202 dall’architetto giapponese Yoshio Taniguchi, ha quasi raddoppiato gli spazi a disposizione e rappresenta oggi uno splendido e brillante esempio di architettura contemporanea.
giardino del Moma
Il Guggenheim che ha sede nella 5th Avenue, fu costruito per esporre le avanguardie artistiche che si stavano sempre più imponendo, come Kandinskij e Piet Mondrian. Il museo fu trasferito nella sede attuale, quando l’edificio progettato da Frank Lloyd Wright fu completato. Il caratteristico edificio, catturò subito l’attenzione dei critici architettonici, ed è ancora mondialmente riconosciuto come uno dei capolavori dell’architettura contemporanea. Dalla strada, l’edificio assomiglia a un nastro bianco che si avvolge attorno a un cilindro più ampio in cima che alla base. Il suo aspetto è in forte contrasto con i più caratteristici grattacieli di Manhattan che lo circondano, fatto molto gradito a Wright, che dichiarò che il suo museo avrebbe fatto sembrare il vicino Metropolitan Museum of Art simile a una baracca Protestante.
Guggenheim Museum