Ognissanti in Guatemala, alla festa degli aquiloni
Il giorno dei morti è una festività religiosa molto sentita in America Latina.
In tutti i paesi si svolgono ogni anno in questa occasione diverse celebrazioni: senza dubbio la festa più affascinante si tiene in Guatemala, per la precisione a Santiago e a Sumpango Sacatepequez.
Qui da circa 3.000 anni il giorno dei morti ha luogo la Festa degli Aquiloni Giganti, una tradizione unica nel suo genere che unisce ritualità indigene e cristianesimo.
Gli aquiloni sono infatti considerati un modo per ricordare i propri cari e per comunicare con loro in questa occasione, un segno di rispetto che si traduce nella realizzazione di aquiloni in bambù e tessuto estremamente complessi e di grandi dimensioni.
I preparativi impegnano i partecipanti alla festa per molti mesi: gli aquiloni si caratterizzano infatti per un design studiato nel minimo dettaglio e motivi geometrici ricercati, che spesso riportano al proprio interno messaggi dedicati ai defunti.
La celebrazione è inoltre un’importante occasione sociale e di competizione tra i partecipanti, con numerosi premi messi in palio dagli sponsor per l’aquilone più bello e per l’aquilone più grande.
La Festa degli Aquiloni Giganti inizia al mattino presto, con la processione verso il cimitero di Sacatepequez. Qui gli abitanti della città vengono a rendere omaggio ai defunti, ricoprendo le tombe di petali di fiori colorati e recitando preghiere.
Dal cimitero si raggiunge una collina vicina, dove gli aquiloni sono in bella mostra. Iniziano i balli e la musica e arrivano i banchetti del cibo, mentre nell’aria volteggiano migliaia di piccoli aquiloni.
Ma è solo al tramonto che i giganteschi aquiloni (alcuni dei quali raggiungono una superficie di oltre 30 metri quadrati) vengono lanciati al cielo, volando verso la fredda luce autunnale.
In pochi minuti il vento sferza e sgretola il tessuto degli aquiloni, creando uno spettacolo magico, breve ma emotivamente intenso.
Finisce così la festa. Appuntamento al prossimo anno, con un nuovo aquilone, come sempre da 3.000 anni a oggi.
Il giorno dei morti è una festività religiosa molto sentita in America Latina.
In tutti i paesi si svolgono ogni anno in questa occasione diverse celebrazioni: senza dubbio la festa più affascinante si tiene in Guatemala, per la precisione a Santiago e a Sumpango Sacatepequez.
Qui da circa 3.000 anni il giorno dei morti ha luogo la Festa degli Aquiloni Giganti, una tradizione unica nel suo genere che unisce ritualità indigene e cristianesimo.
Gli aquiloni sono infatti considerati un modo per ricordare i propri cari e per comunicare con loro in questa occasione, un segno di rispetto che si traduce nella realizzazione di aquiloni in bambù e tessuto estremamente complessi e di grandi dimensioni.
I preparativi impegnano i partecipanti alla festa per molti mesi: gli aquiloni si caratterizzano infatti per un design studiato nel minimo dettaglio e motivi geometrici ricercati, che spesso riportano al proprio interno messaggi dedicati ai defunti.
La celebrazione è inoltre un’importante occasione sociale e di competizione tra i partecipanti, con numerosi premi messi in palio dagli sponsor per l’aquilone più bello e per l’aquilone più grande.
La Festa degli Aquiloni Giganti inizia al mattino presto, con la processione verso il cimitero di Sacatepequez. Qui gli abitanti della città vengono a rendere omaggio ai defunti, ricoprendo le tombe di petali di fiori colorati e recitando preghiere.
Dal cimitero si raggiunge una collina vicina, dove gli aquiloni sono in bella mostra. Iniziano i balli e la musica e arrivano i banchetti del cibo, mentre nell’aria volteggiano migliaia di piccoli aquiloni.
Ma è solo al tramonto che i giganteschi aquiloni (alcuni dei quali raggiungono una superficie di oltre 30 metri quadrati) vengono lanciati al cielo, volando verso la fredda luce autunnale.
In pochi minuti il vento sferza e sgretola il tessuto degli aquiloni, creando uno spettacolo magico, breve ma emotivamente intenso.
Finisce così la festa. Appuntamento al prossimo anno, con un nuovo aquilone, come sempre da 3.000 anni a oggi.
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