Una sorpresa Namibiana: Il parco Etosha
Quasi sempre chi visita il Parco Etosha rimane stupito. Chi può mai pensare che in un luogo così arido e difficile come il nord della Namibia possano esserci tanti animali? Generalmente chi sceglie di fare un safari, pensa alle savane rigogliose del Kenyao del Botswana, mai pensando che anche la Namibia possa avere una incredibile ricchezza faunistica.
Appena dopo l'ingresso del Parco Etosha il paesaggio sembra non promettere niente di buono, tutto è secco, piccoli cespugli spogli di acacia nebrowni, con le loro lunghe spine bianche, costellano la pianura infinita. Chi vivrebbe mai in un posto così? Pochi sanno che sotto la terra spaccata dal sole scorre l’acqua, che affiora spontaneamente da sorgenti artesiane, soddisfacendo la sete di tanti animali. Allora così diventa tutto più facile, migliaia di zebre di Hartmann, antilopi saltanti, kudu ed orici si spostano in continuazione da una pozza all’altra in una migrazione infinita.
Tanti erbivori vuol dire tanti carnivori, ed ecco allora intere famiglie di dozzine di leoni seguire compatte gli spostamenti delle prede aspettando il momento più opportuno, un loro passo falso. Ma la sorpresa del parco sono altri animali. Si resta sorpresi quando un varano attraversa la strada, alla ricerca di uova di struzzo, o un feroce e schivo tasso del miele si rinfresca cospargendosi di terra umida. Allora mentre un leone finisce i resti di una povera zebra, dietro di lui, in paziente attesa, appaiono decine di sciacalli e avvoltoi.
Passando sotto un albero ci si imbatte in un uccello tessitore intento a costruire il suo nido perfetto, per fare colpo sulla femmina più bella.
Magari per chi non ha l’occhio allenato passa inosservata l’aquila marziale che riposa sull’ultimo ramo. Ma da lontano appare un enorme femmina di elefante, è la matriarca che guida il suo gruppo di quindici o più esemplari. Si sa che percorrono sempre le stesse stradine, allora ci si apposta all’uscita di una di queste, in silenzio, in attesa trepidante.
La matriarca non rallenta, ma osserva curiosa il fuoristrada fermo in mezzo alla strada. E’ così grande, ma ha un passo delicato e silenzioso. Si ferma ad osservare un attimo, è vicinissima, annusa l’aria, poi si gira e riprende a camminare. La sete è tanta e la strada è lunga.
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