Lo sciopero di quattro giorni dei piloti
Lufthansa è stato sospeso fino all’8 marzo per permettere alle parti di raggiungere un’intesa su temi regolamentari e salariali.
Lo sciopero di oltre 4.000 piloti avrebbe potuto causare a Lufthansa perdite stimate in circa 25 milioni di euro, con la cancellazione di circa il 67% dei voli (ma non quelli di Lufthansa Italia, di base a Malpensa, estranea alla vertenza).
Il vettore aveva tentato di ottenere la precettazione dal Tribunale del Lavoro di Francoforte dopo il fallimento della trattativa che nello scorso weekend ha impegnato insieme al ceo di Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber, e al presidente dell’associazione dei piloti Vereinigung Cockpit anche il ministro federale dei Trasporti, Peter Ramsauer. Il giudice però ha invitato le due parti a cercare un accordo: da qui la sospensione dello sciopero.
Al centro delle rivendicazioni dei piloti c’è anzitutto la minaccia costituita di fatto dall’ingresso nel gruppo delle nuove controllate non tedesche, da British Midland a Swiss, Brussels Airlines e Austrian Airlines, dalle quali Lufthansa attinge sempre più spesso piloti con contratti meno onerosi di quelli tedeschi, di fatto delocalizzando l’offerta di lavoro. La compagnia accusa infatti i piloti di pretendere voce in capitolo quanto alle strategie operative e di gestione delle controllate non tedesche.