Come compra l'homo turisticus
Il consumatore di turismo del terzo millennio cerca il suo viaggio online, dove però l’eccesso di informazione lo disorienta. Quindi cerca conforto nel parere di amici e parenti (il 25%), ma anche nel classico depliant patinato, al quale si affida quasi il 28% degli internauti, mentre oltre il 16% si rivolge direttamente al professionista in agenzia.
E alla fine in agenzia va a comprare il 20,2% dei consumatori che hanno iniziato l’indagine in internet, partendo in generale dai grandi motori di ricerca (66%), Google in testa.
Sono i primi dati dell’indagine sulle tendenze del consumo di turismo che Travelport ha richiesto a The Futures Company, multinazionale dell’analisi di mercato nata dal merger tra Henley Centre HeadlightVision e Yankelovich, con sedi negli Usa, in Gran Bretagna e in India.
Indicazioni indispensabili In Italia Travelport presenta l’analisi – intitolata “Lo shopping dell’homo turisticus nel nuovo millennio” – con la collaborazione di Astoi, l’associazione dei t.o. italiani di Confindustria: «In un mercato che evolve tanto rapidamente – ci ha detto Roberto Corbella, il presidente – è essenziale disporre di indicazioni utili e affidabili per orientare la strategia delle imprese, e in particolare di quelle che sul futuro investono e scommettono come i tour operator e tutte le imprese del turismo».
E come ha spiegato Laura Capasa, marketing manager Emea di Travelport, l’indagine di The Futures Company è un work in progress, attualmente in corso su tutti o quasi i mercati del gds: Travelport fornisce i propri dati di booking e di vendita agli analisti che li integrano con i risultati della ricerca sul campo.
«In Italia – spiega infatti Capasa – l’indagine coinvolge un campione di oltre 1.100 soggetti abituati a navigare il web, impiegati, professionisti, pensionati e manager, imprenditori. Stiamo analizzando il loro comportamento in tutto il processo di consumo di turismo, dal momento in cui la vacanza viene immaginata fino al ritorno, quando si consolida il ricordo, che viene diffuso tra amici e parenti. Certo i risultati sono spesso molto diversi tra mercato e mercato, ma alcune indicazioni emergono già con chiarezza».
Le esigenze dei viaggiatori italiani Ad esempio si vede che gli italiani hanno molto a cuore lo spazio per le gambe tra i sedili degli aerei, mentre serpeggia la disaffezione nei confronti dei programmi frequent flyer che regalano miglia gratuite; i servizi wireless a bordo sono importanti solo per il business travel, e gli italiani non hanno proprio voglia di pagare extra fee per imbarcare bagaglio.
È solo l’inizio, ma già il primo dato sugli acquisti dei naviganti del web – il 20,2% che alla fine compra in agenzia, all’interno di un campione che per la gran parte ignora da sempre l’intermediazione – suggerisce al trade un utilizzo più accorto e strategico del web, che di nuovo si dimostra molto più alleato che minaccioso nemico dell’intermediazione.
Fonte: L'Agenzia di Viaggi
http://www.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=152655&IDCategoria=1
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